OVERVIEW 2020 PIL E LAVORO

Riprendendo dal tema precedente si potrebbe affermare che il problema quindi non sono i soldi, ma è la mancanza della capacità tecnica e la confusione normativa, che lascia spazio a debordanti interventi della magistratura. Estremizzando: nella Pubblica amministrazione c’è un eccesso di cultura giuridica e una carenza di cultura tecnica, ingegneristica ed economica. Lo abbiamo drammaticamente visto con la vicenda del Ponte Morandi, dove si è visto di tutto ma, a oltre un anno dall’evento, non si è ancora vista un’iniziativa seria per dotare il ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture di un organo tecnico in grado di fare con competenza ed efficacia i controlli tecnici che a esso spettano. Si discute invece se sia meglio “il privato o il pubblico” e si demonizza il “mercato”, dimenticando che esso è un’istituzione di giustizia: senza un’autorità che garantisca a tutti il diritto di vendere e comprare in sicurezza, che garantisca la moneta e le unità di misura (spesso incastonate non a caso nelle mura del municipio) non c’è “mercato”, ma solo soggezione alla legge del predatore più forte.

Eccesso di approccio giuridico: interessante a questo proposito l’accenno fatto da Tria alla sua proposta di tornare “per qualche tempo” alla direttiva europea, eliminando l’enorme complessità procedurale che in Italia abbiamo aggiunto e che ci penalizza rispetto ai nostri partner europei: purtroppo, sembra che si stia andando proprio nella direzione opposta.

Il Governo si appresta ad emanare il “Regolamento di esecuzione, attuazione e integrazione” del codice degli appalti approvato tre anni e mezzo fa dal governo Renzi: per commentare i 220 articoli del codice, il regolamento sembra ne userà altri 273, portando a 493 le norme da seguire per gestire i contratti pubblici. Sembra proprio il caso di citare Tacito: “Corruptissima re publica plurimae leges”. (Annales, Libro III, 27).

Ma non leggono la storia? Ah, nemmeno sanno l’italiano. Auguri…

 

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