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PARTITE IVA DIMENTICATE DAL GOVERNO

Partite Iva dimenticate dal governo, che a partire dall’esecutivo guidato da Renzi ha pure provato ad alleggerire il peso fiscale.

In oltre 21 miliardi si calcola il beneficio strutturale di oltre con i provvedimenti messi in pista nei mille giorni di governo.

Ma, di questi vantaggi fiscali, poco o nulla è andato al popolo di poco meno di 3 milioni di partite iva: artigiani, commercianti e lavoratori autonomi senza dipendenti subiscono ancora una pressione fiscale del 51 per cento.

Nell’audizione di Enrico Giovannini che, mettendo in fila i dati dell’evasione italiana, ha puntato il dito proprio contro il tax gap (cioè l’ammanco erariale) nel mondo degli autonomi: la propensione al gap per l’Irpef, tra le fila del lavoro autonomo raggiungerebbe il 59%.
In attesa che il Senato concluda in percorso sul Jobs act degli autonomi, si possono commentare i quattro provvedimenti fiscali principali che hanno portato alla riduzione del carico fiscale.

Il famoso bonus di 80 euro è una misura che costa quasi 9 miliardi l’anno e interessa oltre 11 milioni di lavoratori dipendenti con retribuzioni medio-basse; l’eliminazione dell’Irap dal costo del lavoro: l’operazione ha ridotto il costo del lavoro di 4,3 miliardi di euro l’anno, avvantaggiando le imprese con più dipendenti .

Non godono di alcun beneficio il 78 per cento delle imprese individuali e dei lavoratori autonomi e il 52 per cento delle società di persone; l’abolizione della Tasi ha consentito alle famiglie di risparmiare  3,5 miliardi di euro l’anno.

Dei 19,6 milioni di proprietari di prima casa che hanno beneficiato di questo sgravio, il 90 per cento circa è costituito da operai, impiegati e pensionati. Solo il 10 per cento circa da imprenditori, liberi professionisti o autonomi; la riduzione Ires: con l’abbattimento dell’aliquota dal 27,5 al 24 per cento, le oltre 700 mila società di capitali interessate risparmiano 3,9 miliardi di euro l’anno. Questa misura non riguarda le piccole-micro imprese (ditte individuali o società di persone).
A questi quattro pilastri si aggiungono altri interventi minori come l’esenzione dell’Imu sui terreni agricoli posseduti da coltivatori diretti (meno tasse per 120 milioni di euro), l’abolizione dell’Irap in agricoltura (sgravio da 196 milioni di euro) e l’abolizione dell’Imu sugli imbullonati. Misura, quest’ultima, a vantaggio quasi esclusivamente delle medio-grandi imprese (valore pari a 530 milioni di euro).
Se dal 2011 avevamo subito un costante aumento del prelievo fiscale, a partire dal 2014 in parte si è invertita la tendenza anche se la stragrande maggioranza dei benefici introdotti dal governo Renzi non ha interessato il popolo delle partite Iva.

Ancora una volta la lobby sindacale/confindustriale e l’insensibilità della classe politica di questo Paese hanno prevalso sugli interessi dei piccoli produttori.

Tra le poche note favorevoli si ricordano il credito di imposta del 10 per cento  dell’Irap per le aziende senza dipendenti, l’incremento delle deduzioni forfetarie della base imponibile Irap, la riduzione dell’Inail e del diritto camerale. Una contrazione che è stata più che compensata dall’aumento dei contribuiti previdenziali avvenuto in questi ultimi anni a seguito delle disposizioni previste dalla riforma previdenziale realizzata dal Governo Monti

Insomma con una mano do e con l’altra riprendo.

Esempio: La pressione fiscale sull’artigiano senza dipendenti
Reddito di impresa ( a ) 35.000 €
Imposte tasse e contributi importi in euro
IRPEF 6.377
Add.le Regionale IRPEF 440
Add.le Comunale IRPEF 175
Contributi INPS 8.246
IRAP 924
Imposta bollo c/c 34
Diritto annuale Camera di Commercio 53
Bollo furgone 162
Inail imprenditore 438
IMU e TASI 755
Prelievo rifiuti 564
Accisa carburante furgone 662
Imposta di pubblicità 122
Credito imposta IRAP 92
Totale versato 18.860
Totale

a carico ( b )

17.756
Pressione fiscale ( b / a ) 50,7%

Tabella Fonte: Cgia di Mestre

AR

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