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SCOLLAMENTO

La sanatoria fiscale, per raccogliere un “dovuto” che non c’è

Il governo ha varato sabato 15 ottobre, unitamente alla legge di Bilancio 2016, una sanatoria fiscale che riguarda circa 100 miliardi di cartelle, all’insegna del «pagare meno, pagare tutti». Del complessivo ammontare, 35 miliardi si riferiscono a cartelle che gli italiani stanno già pagando con la rateizzazione, 51 miliardi a cartelle che Equitalia si appresta ad emettere e 14 miliardi sono relativi ad una parte di cartelle messe dall’inizio del 2016.

Parliamo di 100 miliardi nominali perché il decreto – ancora in via di ultimazione – prevede la cancellazione delle sanzioni e degli interessi di mora.

Da parte del Governo, nello spirito della rottamazione tout court spinta fino alla “rottamazione delle cartelle”, si crede di aver dato vita ad una cosa fantastica, che invece a parer nostro altro non è che l’ennesimo segnale dello scollamento tra il Paese e chi dovrebbe governarlo.

Un portavoce del Ministero competente dice «È evidente che ci sono molte famiglie che non riescono materialmente a rientrare, se gli chiediamo, oltre al dovuto, anche sanzioni ed interessi».

Dunque, secondo il vice ministro, il “dovuto” i suoi connazionali sarebbero in grado di pagarlo, ed anche gravato degli interessi per il ritardo, in un’unica soluzione oppure massimo con dilazione sino a 36 mesi.

Ma il problema è che gli italiani, a parte i soliti furbetti, questi soldi non li hanno ed è per questo che non pagavano.

I contribuenti coinvolti nella rateizzazione in corso sono più di 3 milioni: tutti evasori patentati?

Anche i suicidi economici che, guarda caso, dal  2012 l’Istat ha smesso di contare?

L’ultimo dato disponibile è del 2010: 187 casi e 245 tentati.

Ma esiste qualcuno che per fortuna continua il conteggio al posto dell’Istituto Nazionale di Statistica ed è l’Osservatorio sui suicidi diretto dal sociologo Nicola Ferrigni dell’Università Link Campus di Roma.

Sappiamo allora che nei primi sei mesi dello scorso anno 121 persone si sono tolte la vita per motivazioni economiche (per dare un’idea dell’escalation: nel 2013 furono 149 nell’intero anno) e la maggior parte di loro erano imprenditori.

Secondo il vice ministro il problema non è l’impossibilità di versare a Equitalia tributi abnormi, ma semplicemente gli interessi di mora e le sanzioni sopra maturati.

Non hanno capito.

Ancora non hanno capito che una gran parte del Paese – ed in particolare quella che vive di iniziativa privata – è alla fame.

Ancora non hanno capito che quel che il vive ministro chiama “dovuto” comporta il totale depauperamento di famiglie intere, a milioni. Ed ancora sono lì a pretenderlo.

A presto i nostri incontri sulla legge detta dell’esdebitamento.

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